regole di credito chiare

Come impostare regole di credito chiare senza irrigidire le relazioni commerciali?

Relazioni forti e cassa prevedibile non sono in conflitto, se attui regole semplici, un linguaggio trasparente e con qualche automatismo intelligente, puoi ridurre i ritardi di pagamento senza irrigidire la relazione commerciale. In questa guida trovi un modello pratico: termini chiari, soglie operative comprensibili, promemoria gentili con opzioni di pagamento immediate e una previsione “snella” degli incassi che funziona settimana per settimana.

Perché servono regole (e perché non devono essere “dure”)

Una credit policy ben scritta toglie ambiguità: spiega cosa è normale (termini), cosa succede se si sfora (interessi, costi minimi) e come si rientra (date e piani realistici). La fermezza sta nel processo, non nel tono: Prima la chiarezza. Le sanzioni scattano solo quando sono necessarie, per proteggere e far durare il rapporto.

I pilastri di una policy chiara e flessibile

  • Termini semplici. “Pagamento a 30 giorni dalla data dell'emissione della fattura” è comprensibile a tutti. Se offri alternative (acconto, rate), indica l’intero calendario con le date.

  • Regole operative. Finché i tuoi arretrati restano sotto la soglia concordata lavori normalmente. Se superi la prima soglia, fai partire nuovi ordini solo con acconto e una data di rientro scritta. Se superi la seconda, metti in pausa le nuove forniture finché non c’è un piano con importi e date certe. Non è rigidità, è un modo semplice per darti regole chiare, tempi prevedibili e lo stesso trattamento per tutti.

  • Tieni un ritmo di promemoria gentili: scrivi al cliente poco prima della scadenza se non arriva il pagamento, ricontatta il giorno dopo poi a una settimana e a tre settimane proponi una data precisa. Mantieni lo stesso ordine per tutti, tono collaborativo e chiudi sempre con un modo per pagare subito (link o IBAN).

  • Fatture “a prova di contabilità”. Errori documentali rallentano più di ogni altra cosa. Usa una checklist pre-fattura e un unico canale con l’amministrazione del cliente per chiarimenti.

  • Pagare subito deve essere facile. Offri link di pagamento, QR in fattura e bonifico istantaneo quando possibile.

Come restare flessibili senza perdere controllo

La flessibilità va bene solo se è messa per iscritto. Esempi tipici: per il primo ordine chiedi un acconto; con un cliente storico che ogni tanto ritarda ma rientra sempre, accetta una data precisa di pagamento invece su una commessa importante lega i pagamenti a fasi (consegna, collaudo, saldo).
Ogni eccezione finisce in una breve integrazione al contratto con importi e date. Così la relazione resta cordiale ma le regole sono chiare e nessuno improvvisa.

KPI minimi: definizioni operative, formule e uso pratico

I tre KPI servono a rispondere a una domanda semplice: “il nostro processo di incasso sta migliorando?” Purché siano utili, vanno definiti in modo univoco, calcolati sempre nello stesso modo e letti insieme.

Pagato alla scadenza

Misura la quota di fatture dovute in una certa settimana che risultano completamente incassate entro la loro data di scadenza. Ti mostro la Formula: somma degli importi delle fatture con scadenza in settimana e pagate entro la scadenza ÷ somma degli importi di tutte le fatture con scadenza in settimana. Ecco alcune note operative:

  • Conta anche i pagamenti anticipati: sono un successo del processo e rientrano nel numeratore.

  • Se una fattura è pagata solo in parte, include nel numeratore solo la parte effettivamente incassata entro la scadenza.

  • Escludi dal denominatore le fatture formalmente contestate, stornate o annullate: falserebbero il KPI.

  • Scegli se lavorare al lordo o al netto IVA e mantieni quella scelta coerente nel tempo (per la cassa spesso ha senso il lordo, per analisi di efficienza può servire il netto).

Pagato entro una settimana dopo la scadenza

Indica la capacità del processo di recuperare rapidamente ciò che sfugge alla scadenza. Formula: somma degli importi dovuti in settimana e incassati entro i sette giorni successivi alla scadenza (inclusi eventuali saldi di parziali) ÷ somma degli importi dovuti in settimana. Interpretazione:

  • Se questo KPI cresce mentre “pagato alla scadenza” cala, stai “curando” ma non “prevenendo” il problema, rivedi la qualità dei documenti e l’avviso pre-scadenza.

  • Un buon equilibrio è avere entrambi in crescita, con il primo che fa da traino e il secondo che rifinisce.

Quota di arretrati oltre un mese con una data promessa

È l’indice di “governance” del portafoglio più rischioso: tra gli arretrati anziani, quanti hanno una data precisa di rientro concordata?
Formula: importo degli arretrati con più di trenta giorni di ritardo che hanno una data promessa ÷ importo totale degli arretrati con più di trenta giorni di ritardo.
Uso pratico:

  • Valori alti indicano che gli arretrati sono in lavorazione e incanalati verso date concrete.

  • Se la quota scende, non è un problema di cassa immediato, è un problema di processo (mancano negoziazioni con data).

Esempio compatto
Nella settimana 1–7 settembre scadono 100.000 €. Incassi 72.000 € entro la data di scadenza: pagato alla scadenza = 72%. Nei sette giorni successivi entrano altri 15.000 € sulle stesse fatture: pagato entro una settimana = 87%. Gli arretrati oltre un mese sono 60.000 €; per 45.000 € esiste una data promessa: quota con data = 75%.

Lettura operativa: la puntualità è buona (72%). Inoltre, il 75% delle posizioni oltre un mese ha già una data concordata: segno che la gestione si sta muovendo nella direzione giusta.

Prossimo passo: alza il “pagato alla scadenza” lavorando su documenti impeccabili e promemoria prima della scadenza. Nel frattempo continua a mettere una data a ogni posizione scaduta e tienila finché non rientra: così il flusso resta sotto controllo.

Errori comuni da evitare

Quando lavori sui KPI tieni una linea semplice e coerente. Decidi una volta per tutte se calcoli al lordo o al netto dell’IVA e non cambiare strada: se modifichi il criterio a metà trimestre, i numeri smettono di essere confrontabili. Escludi dal denominatore le fatture con contestazione formale finché non si chiudono: altrimenti le percentuali si sporcano. Quando registri le promesse di pagamento, considera “con data” solo gli impegni con un giorno preciso (es. “15 ottobre”): formule vaghe tipo “la prossima settimana” non valgono per la previsione. Scorpora sempre le note di credito prima dei calcoli, perché riducono la base: se restano dentro, falsano le percentuali e la lettura dell’andamento.

Con queste poche regole, i KPI diventano comparabili settimana dopo settimana e ti guidano davvero nelle decisioni, senza miraggi statistici.

Clausole tipo: struttura, varianti e accorgimenti

Le clausole funzionano quando uniscono chiarezza (per evitare incomprensioni) e tono collaborativo (per non irrigidire i rapporti). Qui trovi testi base e come personalizzarli senza snaturarne il senso.

  • Termini e interessi: “Il pagamento avverrà entro [XX] giorni data fattura. In caso di ritardo maturano automaticamente gli interessi previsti dalla normativa e l’indennizzo forfettario di 40 euro. Le eventuali spese documentate restano a carico del debitore.”

  • Soglie operative: “Se gli arretrati superano €[soglia 1], i nuovi ordini saranno accettati con acconto del [x]% e con una data di rientro concordata. Oltre €[soglia 2], l’evasione di nuovi ordini è sospesa fino al rientro o a un piano di pagamento scritto con date certe.”

  • Piani di rientro: “Eventuali piani indicano importi, date e modalità di pagamento per ciascuna rata. Le rate prive di data non sospendono le regole operative. Il mancato pagamento di una rata comporta la revisione del piano e il ripristino delle condizioni standard.”

Piccoli accorgimenti utili: inserisci IBAN e causale standard nelle comunicazioni; separa la quota contestata da quella certa (datandola); aggiorna soglie e deroghe una volta l’anno. Se vuoi, le converto subito in blocchi pronti per il tuo CMS.

CONCLUSIONI

Regole di credito chiare non irrigidiscono i rapporti: li rendono più semplici. Quando termini, soglie e passi operativi sono espliciti, il cliente sa cosa aspettarsi, il team lavora con meno frizioni e la cassa diventa prevedibile. La fermezza sta nel processo, non nel tono: promemoria gentili, opzioni di pagamento immediate e un calendario condiviso costruiscono fiducia più di qualsiasi telefonata di emergenza.

Nel breve periodo la previsione deve essere snella e concreta: scadenze della settimana, percentuale storica di puntualità e promesse con una data precisa. Tutto ciò che non ha una data resta fuori dalla stima e diventa un’azione da gestire. Questo approccio riduce il rumore, accelera gli incassi e rende trasparente la conversazione con i clienti.

La flessibilità non scompare, si governa. Le eccezioni si scrivono, con importi e date, così la relazione resta calda e le regole restano uguali per tutti. In parallelo, pochi KPI settimanali pagato alla scadenza, pagato entro la settimana successiva, quota arretrati con data promessa, dicono subito se stai migliorando o se serve intervenire su checklist, promemoria e soglie.

Metti tutto a terra: pubblica la policy, prepara i template di comunicazione, attiva i pagamenti immediati e rivedi i tre KPI ogni settimana. In poche iterazioni vedrai meno sorprese, meno tempo speso a “inseguire” e più energia dedicata a vendere e servire meglio.

Ecco come LIA ti può aiutare

LIA gestisce gli insoluti a tuo nome e con il tuo tono. Parte da un promemoria gentile e se serve, passa a canali più formali fino alla PEC. Se il cliente è in difficoltà, propone un piano di rientro e negozia date sostenibili; nei casi necessari invia una messa in mora firmata da un avvocato. Se il credito è davvero perso, ti supporta nella nota di inesigibilità. Sceglie ogni volta canale e linguaggio più adatti (email, SMS, PEC), riconcilia i pagamenti e aggiorna lo stato delle fatture. In più ti dà report sul debitore e una vista chiara su ciò che è stato fatto e su cosa resta da fare.